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.«Chiamami quel dannato taxi.Vado ad aspettarlo all’entrata del borgo, tanto c’è la sorveglianza che può proteggermi finché arriva.»Mi muovo verso la porta, ma le dita di Matt trovano le mie con tanta facilità da farmi male al cuore.«Cristina…»Mi divincolo senza incrociare il suo sguardo.«Buonanotte, Matt.Dimmi anche a che ora presentarmi al lavoro, quando mi invii l’indirizzo.»Scendo al pianoterra e raggiungo l’atrio, mi do una rassettata allo specchio e avvolgo la maniglia del portone con la mano.Uscire da un posto è facilissimo, varcare una soglia lo è ancor più.Allora perché non riesco a muovermi? Sono congelata.Oltre il vetro c’è la mia salvezza, oppure la mia rovina.La luce arancio dei lampioni in strada mi pare così gelida da farmi rabbrividire.Ho freddo.Fuori ci sono come minimo trenta gradi e io sto tremando.Forse è la maniglia a trasmettermi questa sensazione di gelo.Mi dico che se l’abbasso, tiro il battente verso di me ed esco, il freddo sparirà.Ma so che non è vero.Lo farà se tornerò di sopra.No.Apro la porta, ma una mano grande si abbatte su di essa e la richiude; il rumore di carne contro vetro riecheggia come uno sparo.Un respiro caldo mi lambisce la spalla e un braccio forte mi cinge la vita da dietro.Chiudo gli occhi con un ansito e tremo quando Matt affonda il volto nei miei capelli, inebriandosi del profumo.«Resta» mormora, premendo le dita sul mio ventre e modellandomi a sé con atteggiamento possessivo.Mi sto ripetendo da tanto tempo che voglio andarmene, ma la verità è che non importa ciò che penso.Voglio rimanere.Posso provare a respirare quanto voglio, ma lui continuerà sempre a rubarmi l’ossigeno.Lui è il mio ossigeno.Non importa se adesso scappassi, perché passerei le notti sveglia fino alla fine dei miei giorni per colpa del vuoto che mi procurerei lasciando lui.Perché Matt mi ha stregata, e non c’è modo di rompere l’incantesimo.«Con me» aggiunge con voce di gola, risalendo con le dita e palpandomi un seno con risolutezza.Scolla l’altra mano dal pannello di vetro e me la chiude lentamente sotto la mandibola, mi piega la testa da un lato per avere accesso alla pelle sensibile e passa i denti lungo il tendine del collo.«Resta qui con me.»Non posso sopportare oltre.Mi giro tra le sue braccia e catturo le sue labbra con le mie in un bacio così appassionato da strappargli un gemito di sorpresa.Mi sento afferrare per i capelli e Matt mi stacca da sé per guardarmi dritto negli occhi.I suoi sono giganteschi e così chiari che paiono spiritati, ma la vulnerabilità che traspaiono è tale da spezzarmi il cuore, perché so che sono io la responsabile.«Perdonami, Cris» m’implora.Gli premo due dita sulla bocca.«No, Matt, shh.»Si avventa nuovamente sulle mie labbra quasi con disperazione.«Non andartene» mi ingiunge.La pressione dei suoi palmi ai lati del mio cranio è quasi dolorosa, e mi turba e incendia al contempo.«Non me ne vado» gli assicuro, tirandogli le morbide ciocche castane mentre anso sempre più, traboccante di libidine, smaniosa che quest’uomo mi faccia sua.«Non me ne andrò mai.»Matt trasale e mi rendo conto del valore della promessa che ho appena fatto.Tutt’a un tratto avverto che dentro di me è cambiato qualcosa: i sentimenti che mi pervadono sono ricambiati, e non costretti a nascondersi, come quando sono con Federico.Matt desidera me, non il piacere egoista che il mio corpo può dargli.Chiude gli occhi e fa un respiro intenso, teso.Per un attimo il panico mi assale, al pensiero che stia per dirmi di no.Ancora.Poi torna a guardarmi con le iridi cielo che mi trapassano come una lama, che m’incatenano, che mi disarmano.Che mi possiedono.«Mio Dio, Cris…» boccheggia con voce arrochita dal desiderio.Mi bacia con trasporto e capisco che abbiamo appena passato il punto di non ritorno.Ci spostiamo verso il soggiorno, ma la mia schiena cozza contro il corrimano della scala e Matt mi succhia l’incavo della gola, mentre il rigonfiamento nei suoi pantaloni sfrega bramoso contro il mio pube, strappandomi mugolii d’apprezzamento.Prima che possa reagire, mi solleva per i glutei e un attimo dopo sono sdraiata sul comodo divano bianco in salotto.Mi sfila il vestito con maestria e si rimette dritto per fissarmi con sguardo torbido.I miei capezzoli s’inturgidiscono sotto l’effetto dei suoi occhi e il mio sesso pulsa d’aspettativa, inumidendosi sempre più.Matt abbozza un sorrisino mefistofelico e in un lampo si toglie la camicia e la getta sul pavimento.Mi puntello sui gomiti per godermi il suo spogliarello e mi mordo le labbra, contemplando lasciva la forma del pene ritto sotto la stoffa elastica dei boxer neri attillati.Lui segue la direzione del mio sguardo e me ne riserva uno famelico e divertito.Prendo il controllo della situazione e mi tiro su in ginocchio, passo le mani sulle pianure levigate e marmoree del suo torace e lui s’impadronisce di un palmo per riempirlo di baci voluttuosi.Chiudo le labbra sul suo capezzolo e lo sento tirare il fiato di colpo.Matt ha un sapore divino.Con la lingua disegno una scia infuocata, spostandomi verso il basso, contornando le linee allettanti degli addominali, e poi più giù… Infilo le dita nell’elastico dei boxer e mi fermo, sollevando gli occhi e incrociando quelli ardenti di Matt.Mi guarda come se fossi una pazza così audace da allungare una mano verso un leone.Tuttavia mi insinua le dita tra i capelli e mi passa il pollice sulle labbra dischiuse in un chiaro invito a proseguire.Con il cuore che batte all’impazzata contro le costole gli abbasso i boxer, lentamente.L’erezione è grande e palpitante e la lecco per tutta la lunghezza, dal basso verso l’alto, suggendo il glande vellutato con calma studiata.Matt emette un verso gutturale e con uno scatto improvviso mi fa sdraiare nuovamente, incombendo su di me con tutta la sua virilità.Mi bacia poco più su dell’ombelico, facendomi rabbrividire di piacere, e nel frattempo mi toglie le mutandine.Si sposta con lentezza esasperante tra le mie cosce e quando il primo, languido guizzo di lingua lambisce al rallentatore la carne calda e vischiosa, il mio grido acuto riecheggia nella villa.Oddio, sì.Matt mi succhia forte il clitoride gonfio e m’inarco contro la sua bocca, chiedendo di più.Percepisco il suo sorrisetto e sollevo la testa per guardarlo, reclinandola di nuovo e gemendo intensamente quando lui mi penetra con un dito.«Oh, Matt!»Faccio per protestare quando lui si stacca da me, ma mi lascio sfuggire un sussulto d’eccitazione quando mi fa inginocchiare a terra con i gomiti appoggiati sul cuscino del divano.Si posiziona in ginocchio dietro di me, mi afferra per i fianchi e mi penetra.Lentamente.Profondamente.«Merda, Cris, quanto sei stretta…» sibila con voce di gola.E lui è così grosso che mi sento riempire in maniera totale [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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